L'industria della moda è una delle industrie più inquinanti al mondo perché richiede molta acqua ed energia, che portano all'emissione di molti gas serra. Inoltre la coltivazione di colture per tessuti, l'estrazione di petrolio per i capi sintetici e l'allevamento di bestiame per cuoio inquinano e possono diventare veramente problematici se gestiti nel modo sbagliato.
Rispetto a cinquant’anni fa, l’acquisto dei capi di abbigliamento è triplicato. I consumatori comprano quantità maggiori di vestiti ad un ritmo sempre più veloce e le aziende che producono i capi d’abbigliamento devono essere in grado di metterli a disposizione nel minor tempo possibile.
Si calcola che l’industria della moda sia responsabile del 10% delle emissioni globali di CO2, più del totale di tutti i voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme. Si stima che la produzione tessile sia responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua ( per di più a causa dei processi di tintura e finitura).
Inoltre vari studi internazionali hanno stimato che il lavaggio dei nostri indumenti rilasci nell'oceano circa 0,5 milioni di tonnellate di microfibre all'anno, tra cui molte di queste sintetiche.
La cosa peggiore è che le aziende di abbigliamento decidono quanti e quali capi produrre sulla base di previsioni effettuate da analisti (fashion forecasters), dei precedenti volumi di vendita e da altri fattori. Qualche volta, queste previsioni si rivelano sbagliate e le aziende si ritrovano con mucchi di vestiti invenduti. Spesso, dopo un periodo in magazzino, questi stock invenduti vengono bruciati o distrutti, invece di essere venduti a prezzo scontato, il che invece potrebbe rovinare l'immagine dell'azienda.
Come ripostato dalla BBC, tra il 2013 e il 2018, il marchio di moda inglese Burberry ha bruciato vestiti, profumi e accessori per un valore superiore ai 110 milioni di dollari, piuttosto che vendere quei prodotti a prezzi ribassati e ”svalutare", così facendo, il marchio. Dopo le innumerevoli polemiche il marchio ha riferito che riciclerà o donerà i capi invenduti.
Fortunatamente le cose stanno lentamente cambiando, a febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale entro il 2050. Tra le proposte vi sono anche nuove misure contro la dispersione delle microfibre nell’ambiente e standard più severi per il consumo dell’acqua.
Ci sono molti tipi di tessuti che vengono utilizzati per confezionare i vestiti, alcuni dei più comuni sono:
Cotone: è un tessuto resistente, traspirante e facile da curare. Viene spesso utilizzato per la confezione di t-shirt, pantaloni e abiti estivi.
Lana: è un tessuto caldo e resistente all'acqua, adatto per l'inverno. Viene utilizzato per la confezione di maglioni, cappotti e altri indumenti d'abbigliamento invernali.
Seta: è un tessuto setoso e leggero, ideale per la confezione di abiti formali e di sera.
Poliestere: è un tessuto sintetico economico e facile da curare. Viene spesso utilizzato per la confezione di abiti casual e sportivi.
Lino: è un tessuto fresco e leggero, ideale per l'estate. Viene utilizzato per la confezione di abiti estivi e camicie.
Nylon: è un tessuto sintetico resistente e resistente all'acqua, spesso utilizzato per la confezione di abbigliamento sportivo e indumenti da pioggia.
Viscosa: è un tessuto morbido e setoso, simile alla seta, ma più economico. Viene spesso utilizzato per la confezione di abiti estivi e leggeri.
Jeans: sempre cotone, ma lavorato per ottenere un tessuto resistente e adatto per l'abbigliamento casual. Viene confezionato in pantaloni e giacche di jeans.
Lana
Poliestere
Viscosa
Alcuni tessuti possono essere più inquinanti di altri a causa delle sostanze chimiche utilizzate durante il loro processo di produzione o della loro lavorazione. Ad esempio, il tessuto in poliestere viene spesso prodotto utilizzando petrolio, una risorsa non rinnovabile, e può richiedere un alto consumo di acqua e energia durante la sua produzione. Inoltre, il poliestere può essere difficile da riciclare e può rimanere in decomposizione per molti anni una volta che viene smaltito in una discarica.
Anche il nylon viene prodotto utilizzando petrolio e può essere difficile da riciclare. Inoltre, durante la produzione di nylon, vengono rilasciate sostanze chimiche dannose per l'ambiente.
Il tessuto in viscosa viene spesso prodotto utilizzando cellulosa estratta da alberi, ma il processo di produzione può essere inquinante a causa dell'utilizzo di sostanze chimiche per separare la cellulosa dalla lignina.
Altri tessuti, come il cotone e il lino, possono essere meno inquinanti se coltivati e lavorati in modo sostenibile. Ad esempio, il cotone biologico viene coltivato senza l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e il lino viene spesso coltivato in modo sostenibile utilizzando metodi di irrigazione a risparmio di acqua.