Marco Polo era figlio di Niccolò Polo, un grande commerciante, che nel 1260 partì con il fratello Matteo per recarsi all’interno dell’Impero Mongolico di Gengis Khan, portando un sacco di pietre preziose per i commerci. Dopo un viaggio pieno di imprevisti, i due arrivarono alla corte del signore dei Tartari e imperatore della Cina: Kublai Khan. I Polo, fecero conoscenza con l’imperatore, che era incuriosito dagli usi e costumi dei popoli latini. A Matteo e a Niccolò, giunto il momento di ripartire, gli furono donati dal Gran Khan le “tavole di comandamento” per attraversare i territori dell’Asia senza essere attaccati dai popoli. Infine Kublai fece alcune richieste ai giovani come quella di portare i suoi omaggi al Papa, e chiedergli di mandare nel suo impero cento ecclesiastici per convertire la popolazione al cristianesimo, perché l’imperatore avendo avuto una madre cristiana voleva che la sua popolazione abbracciasse la religione cristiana.Arrivati a Venezia i due scoprono che la madre di Marco Polo, moglie di Niccolò, era morta. Marco Polo imparò molto sul mondo dei mercanti restando a vivere da un parente. Finalmente nel 1271 Marco Polo partì per l’Oriente con Niccolò e Matteo.
Rimase in Cina per 17 anni e divenne un fidato consigliere del Gran Khan.Ancor giovinetto accompagnò il padre e lo zio Matteo nella grande ambasceria presso il gran khan̄ Qubilay, intrapresa per incarico di Gregorio IX. Partito (1271) da Laiazzo, compì così un lungo viaggio attraverso l'Asia anteriore e quindi l'Asia centrale in regioni ancora ignote agli Europei, giungendo attraverso le vastissime steppe mongoliche, dopo tre anni e mezzo dalla partenza, ai confini del "Catai" (Cina) e infine a Pechino. Ottenuta la fiducia del sovrano, ebbe nei diciassette anni di soggiorno in quel paese importanti missioni che lo portarono fino all'Yünnan, al Tibet, all'Annam e alla Cocincina e che gli permisero di approfondire la conoscenza delle condizioni di vita, delle lingue e dei costumi di gran parte dell'Asia orientale, ma soprattutto del "Mangi" (Cina centrale). Presentatasi l'occasione di una spedizione navale in Persia che accompagnava una principessa cinese sposa di Argun khān, sovrano di quel paese, si imbarcò anch'egli col padre e lo zio e giunse dopo quasi due anni di viaggio a Hurmūz.
Qui vi soggiornò per nove mesi presso la corte persiana e ripartì poi per Costantinopoli giungendo infine nuovamente a Venezia, dopo venticinque anni di assenza (1295). Durante un successivo periodo di prigionia a Genova (fu forse catturato nella battaglia navale di Curzola, 1298), narrò la relazione dei suoi viaggi a un compagno di nome Rustichello, che la trascrisse in franco-italiano.
Nel corso del cinquecento iniziano numerose esplorazioni geografiche, ovvero tutti i viaggi compiuti per ampliare le notizie di terre sconosciute al fine di sfruttarle commercialmente, politicamente, militarmente o, talvolta, realizzati per motivazioni religiose o semplicemente scientifiche. Durante il cinquecento c’è un aumento della popolazione, in seguito alle numerose carestie che l'Europa ha passato durante il trecento, e questo crea un incremento della produzione di materie prime. Questo comporta un aumento di salari e la formazione di grandi disuguaglianze sociali con una concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi nobili o borghesi. Le numerose invenzioni tecnologiche consentirono i grandi viaggi esplorativi intrapresi dagli stati europei. Prima di tutto è importante lo sviluppo di navi più grandi, corazzate e veloci, capaci di immagazzinare un gran numero di merci, come la caravella, i galeoni e la caracca. Inoltre si sviluppano i primi strumenti di navigazione come la bussola e il quadrante. Le navi vengono costruite con più alberi e questo garantiva una maggiore velocità e si introduce il timone per controllare meglio la nave.
A partire dal 500 si verifica un aumento dei prezzi che diminuisce la domanda dei beni a eccezione delle merci provenienti da terre remote. Questi oggetti erano per esempio tappeti, pietre preziose, seta ma soprattutto spezie le quali erano molto utili per conservare alimenti, come la carne. Essa, appena ucciso l’animale, senza la presenza di efficaci sistemi di raffreddamento, si deteriorava in fretta e quindi doveva essere mangiata subito e spesso veniva cotta con spezie le quali miglioravano il sapore della carne. L’importazione delle spezie diventa fondamentale in Europa ma a partire dal tardo Medioevo, a causa dei mongoli e dei turchi, le maggiori rotte commerciali furono bloccate. Inoltre la Cina inizia a chiudersi riducendo gli scambi commerciali con l’occidente. Tutti questi fattori spinsero gli europei a cercare vie alternative per raggiungere l’Asia.
I due regni che spinsero di più l’esplorazione furono la Spagna e il Portogallo. Numerosi furono gli esploratori ma l'impresa più celebre e significativa fu quella compiuta da Cristoforo Colombo che il 12 ottobre 1492 raggiunse il continente americano, segnando una vera e propria svolta nella storia universale, tanto da costituire per molti storici l'inizio dell'età moderna. Cristoforo Colombo considerò Il Milione una fonte affidabile e fondamentale, e quando arrivò in America (convinto che fosse, invece, l’Asia) chiese dove poteva trovare il Gran Can, l’imperatore della Cina. Alla descrizione geografica di Marco credettero anche molti autori di carte geografiche infatti esistono diversi atlanti e mappamondi del Trecento e del Quattrocento che riprendono con molta attenzione quei nomi di città e regioni, che per primo Marco Polo aveva fatto conoscere in Europa.
Cristoforo Colombo inseguito tornò in Spagna e compì altri tre viaggi, portando in Spagna nuove ricchezze. Dopo la colonizzazione dell’America in Europa arrivarono ingenti entrate economiche. Questo portarono alla creazione di un fenomeno di inflazione. Secondo alcuni storici connesso alle scoperte geografiche dell'età moderna fu la cosiddetta "rivoluzione dei prezzi". Nel corso della prima metà del XVI secolo, si verificò in Europa un progressivo aumento, non consistente ma di lunga durata, dei prezzi di quasi tutti i prodotti, a partire da quei beni di prima necessità (il grano, l'orzo e la segale) che nelle società dell'epoca erano determinanti per l'andamento dei prezzi delle altre merci.
La concomitanza di questo fenomeno economico con l'arrivo massiccio di oro e di argento dalle Americhe, fece pensare agli studiosi dell'epoca che fosse dovuta a un processo inflativo: sarebbe cioè stato l'aumento improvviso della quantità di metalli preziosi disponibili a provocare una riduzione del valore delle monete e, di conseguenza, il rialzo dei prezzi. Ritornando alla scoperta dell’America solo più tardi con Amerigo Vespucci si scoprì che Colombo non fosse arrivato in Cina ma avesse scoperto un nuovo continente, il quale venne rinominato America.Dopo il ritorno in Spagna di Colombo, i sovrani spagnoli ottengono dal papa il riconoscimento formale dei diritti sulle terre conquistate con un obbiettivo di diffondere la fede cristiana. Inseguito all’esplorazione e alle entrate in Europa di numerosi ricchezze portarono il regno di spagna e il regno di portogallo a firmare un accordo per delimitare le aree di influenza e di conquista. Il 7 giugno 1494 con il trattato di Tordesillas i fissa il meridiano atlantico posto a 370 leghe dall’isola di Capoverde come linea immaginaria con a ovest le proprietà spagnola mentre ad est le terre portoghesi.
I due imperi si espansero notevolmente conquistando facilmente le popolazioni locali, un piccolo gruppo di uomini riuscì a sconfiggere i grandi imperi presenti in America come quello maya, inca e azteco. Inseguito i spagnoli e i portoghesi organizzarono i territori conquistati imponendo pesanti imposte e iniziarono a sfruttare la popolazione come schiavi, soprattutto nelle miniere. Questo porto ad un notevole aumento della mortalità dovuto anche all’arrivo di nuove malattie provenienti dall'Europa.
E‘ il resoconto del viaggio in oriente di Marco Polo. Esso risale al 1298 e parte del 1299, e nasce nel carcere di Genova dove Marco Polo incontra Rustichello da Pisa, fatti prigionieri probabilmente per le battaglie marinare tra Genova e Venezia. Qui Marco Polo racconta a Rustichello le avventure vissute in oriente che poi vengono redatte inizialmente in francese da Rustichello. Marco gli raccontò il viaggio e Rustichello lo scrisse in una forma letteraria: così il libro ha, in pratica, due autori. Il libro è noto con il titolo di "Milione", che deriva dal soprannome di Emilione che è stato attribuito ai Polo, ma poi diventa "Milione" per aferesi. Invece l'edizione francese porta due titoli: Le diversement dou monde -Livres des merveilles. Dal 1298 fino «II Milione» fu diffuso con i manoscritti. Abbiamo 130 manoscritti: la prima edizione è stata curata da Luigi Foscolo Benedetto, ed ha una stesura francese, ma poi in seguito egli decide di procurarne anche una traduzione. Il Milione ebbe un grandissimo successo: se ne fecero immediatamente traduzioni in varie lingue, riduzioni, adattamenti, e il libro – manoscritto, perché la stampa in Europa non era stata ancora inventata, mentre in Cina circolò in un enorme numero di copie.
l libro è come se contenesse due storie: versione geografica, merceologica, tecnica e una versione romanzesca, cavalleresca e fantastica. Il viaggio si svolge fra il 1271 e 1995.
L'opera ha un capitolo di esordio e un prologo per, poi svilupparsi per oltre 200 capitoli che narrano il viaggio Venezia-Pechino e il ritorno. Al centro vi è una serie di capitoli dedicati al Gran Khan dei Tartari; i primi 13 capitoli sono di carattere autobiografico, in cui viene raccontato il viaggio precedente di Polo, il padre Nicolò e lo zio Matteo. Prima di cominciare a parlare del viaggio dobbiamo arrivare al capitolo 18, e poi tappa per tappa racconterà delle sue avventure. Poi abbiamo Il cosiddetto "il libro nel libro "dove verrà descritto Il personaggio del gran Khan. I temi trattati sono molteplici, tra i quali filoni geografici. Flora, fauna, merci, religione, politica, le varie ernie. Ma poi ci sono altri temi che non tratterà come la Muraglia, la cerimonia del thè o di altre realtà. Polo per scrivere questo libro fa riferimento ai manuali di mercatura, trattati geografici, romanzi cavallereschi. Nel viaggi ritorno avviene In nave, costeggiando l’India, invece quello di andata per la terra, attraversando I 'Asia per arrivare in Cina.
La fortuna del Milione dovette derivargli non solo dalle tematiche proposte, che furono totalmente innovative e il racconto di mondi lontani, sconosciuti ed esotici, ma anche dalla forma originale che assunse tale avventuroso materiale: un ibrido di generi più o meno consolidati, che ora andiamo ad enucleare. Innanzitutto il Milione è una relazione di viaggio, tra i primi e più noti esemplari di letteratura in volgare. Scopo principale della scrittura è quella di narrare un viaggio effettivamente compiuto (non immaginato o metaforico) che ha portato l'autore a conoscere luoghi e persone, spaccati sociali e culturali. Insieme a questo, nell'opera si dà il giusto rilievo alle traversie che il viaggiatore dovette affrontare, alle difficoltà e alle inattese svolte positive, nonché alle privazioni e alle fatiche imposte dal serrato passo di marcia.
Il Milione inoltre è stato preso come punto di riferimento anche da Italo Calvino per la stesura della sua opera “Le città invisibili” (1972) in cui Kubilai Khan e Marco Polo hanno un dialogo, ricco di descrizioni delle città che Marco Polo relaziona all’imperatore Gran Khan.
L’esperienza di Marco Polo può essere letta come una precoce forma di globalizzazione ante litteram: egli rappresenta il mediatore culturale e commerciale tra due mondi profondamente diversi, l’Europa latina e l’Oriente mongolo-cinese. La sua opera Il Milione anticipa, per certi versi, le dinamiche della circolazione globale dell’informazione e delle merci, che caratterizzano il mondo attuale.
Come oggi multinazionali e istituzioni internazionali cercano di comprendere e penetrare mercati lontani, Marco Polo osservava e descriveva usi, economie e strutture politiche sconosciute, traducendole in un linguaggio accessibile agli europei medievali. Analogamente, le sue narrazioni hanno influenzato le esplorazioni successive, proprio come oggi i dati e le informazioni guidano decisioni geopolitiche ed economiche. La funzione di intermediazione, la spinta alla conoscenza del diverso e la valorizzazione delle reti di scambio sono tratti comuni tra la figura del viaggiatore veneziano e l’attuale esploratore globale, che non cerca solo nuove terre ma anche nuovi orizzonti culturali e tecnologici.